La domanda dell’ AI

La “domanda” è ritenuta storicamente più importante della “risposta” e nella transizione alle intelligenze artificiali, imparare a farle e a strutturarle sublima il valore del lavoro.

grazia de sensi
3 min readMar 5, 2024

Nella lavagna magnetica del mio vecchio ufficio di via pordenone, avevo scritto con il pennarello blu una citazione di Einstein “se avessi solo un’ora per risolvere un problema, dal quale dipendesse la mia vita, spenderei 55 minuti per definirlo attentamente e poi me ne basterebbero meno di 5 per risolverlo”.
Per diversi mesi, ogni mattina mi lasciavo condurre dal flusso di quelle parole. Era il 2017, mesi intensi si susseguivano; mesi durante i quali sentivo a fior di pelle, mai come prima, il cambiamento. Non solo quello proiettato dalle tecnologie (hardware e software) che per lavoro mi ritrovavo ogni mattina a valutare e gestire, ma anche quello della mentalità di coloro che mi circondavano e che nella velocità ci stavano troppo bene o troppo male. Di fronte a questi caotici mutamenti, mi prendevo il tempo (e invitavo il mio team a prenderlo con me) per lavorare sulla “domanda” invece che sulle continue ipotesi di riposte.
Molte delle sfide di quei mesi sono state risolte proprio da chi ha saputo porre la giusta domanda di fronte al cambiamento. Coloro che sono rimasti nella ricerca della risposta hanno visto frantumarsi i propri agi per poi accanarsi con istinti bestiali sui resti di quello che il “cambiamento” aveva evoluto.
Coloro che si sono dedicati invece alla…

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grazia de sensi

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